mercoledì 6 gennaio 2010

Favola della bella addormentata nel bosco

Ora racconto una favola: quella della Bella Addormentata nel bosco. La favola racconta che attorno alla culla di una principessa, figlia di un re, le fate buone regalarono tanti doni: la bellezza, la bontà e la generosità. Purtroppo si presentò una fata cattiva che fece il maleficio: a 16 anni la principessa si sarebbe punta un dito con un fuso e si sarebbe addormentata per sempre.

Ecco, a me è successo all’incirca così: nonostante i regali delle fate buone e la cura dei miei genitori nel crescermi, a 16 anni mi sono addormentata in un lungo sonno durato mezzo secolo.

Ad un certo punto del lungo sonno, ho creduto di poter identificare ”il mio” Principe Azzurro e nei successivi anni, sempre addormentata, ho sorvolato su qualche sua svista o inciampo: nessuno è perfetto!

Mi sono svegliata l’anno scorso in piena estate perché, nel giardino dove dormivo da tanto tempo, c’era si il Principe Azzurro ma, invece di svegliarmi baciandomi, faceva un gran baccano con un sacco di ospiti paganti o pagati (non si è capito bene), qualcuno nudo (non lui per fortuna!). Ma il risultato è che io mi sono svegliata “incazzata” Pardon: “arrabbiata”, veramente “arrabbiata!!!) e per la prima volta in vita mia mi è venuta voglia di far sentire il mio punto di vista e la mia voce!

Il primo impulso è stato quello di scrivere le mie considerazioni ed ho preso appunti veloci su foglietti trovati qua e là. Ora gli eventi successivi hanno fatto accantonare il fatto e le parole usate in quella occasione, ma io ho una memoria d’elefante e se per decenni perdono, giustifico e ricomincio da zero, alla ennesima volta, divento inamovibile e su quei foglietti dovevo scrivere molte critiche a personaggi che, pur essendo così in vista, così influenti, si mettevano in situazioni tanto ricattabili.

Poi , in dicembre, con mia grande gioia, il mio nome, lasciato ad una scuola della mia città, è arrivato in lista per partecipare ad un corso per anziani, gratuito, per imparare l’utilizzo del Personal/Computer con l’aiuto di giovanissimi studenti/professori particolarmente pazienti.

Così ecco l’illuminazione! Perché non trascrivere con Word queste mie considerazioni e perché non aprire un Blog? Detto, fatto! Cosi sabato 19-12-09 h.11 sono entrata in un primo grande magazzino e di seguito in altri, fino alle 16, interrogato e scocciato commessi e clienti con mille domande sulle caratteristiche dei Personal/computer e sulle stampanti. Poi, prima di prendere la decisione definitiva, ho chiesto la consulenza di mio figlio. Alla mia bella età mi sono fatta un regalone.

Perché poi, negli ultimi anni di lavoro (39 anni in totale e dimessami alla fine del 1999) il mio ufficio non sia stato dotato di Personal, ma sia rimasto installato un terminale gestito dal Centro Meccanografico dell’azienda , per me resterà sempre un mistero! Forse dipendeva dall’ubicazione dell’ufficio! Però a tanti miei colleghi venivano rimpiazzati Personal già in uso da anni e sostituiti con altri più aggiornati.

Perché poi , la possibilità di acquistare uno di questi Personal scartati a modico prezzo mi sia stata rifiutata, per me resterà sempre un mistero!

Perché poi io sia stata così ingenua nel credere che partecipare ad un corso per Personal a pagamento (marzo 1999 e £ 400.000) , senza però potermi poi esercitare, avrebbe risolto il mio senso di sconfitta, anche questo per me resterà un mistero. Eppure era già successa una cosa simile! Anche nel 1975 avevo frequentato un corso per programmatore Cobol (£ 500.000-2^ del corso), e prima di iscrivermi avevo riflettuto a lungo e chiesto il permesso e la collaborazione di mio marito. I bambini erano piccoli!! Ma i miei sensi di colpa verso di loro erano superati dal desiderio di vincere il “disagio” che vivevo in ufficio dove non avevo più un ruolo preciso dopo la nascita del 1° bambino . Qualcuno al giorno d’oggi direbbe “depressione Post Partum” ma non credo che duri 6 o 7 anni! Cioè fino a quando la ragazza che mi aveva sostituito per la mia prima gravidanza, a sua volta , dopo il matrimonio, 1° e 2° figlio , al 3° si è dimessa. Qualcun altro , oggi direbbe che si trattava di “Mobbing” , ma allora, la parola era sconosciuta.

“L’esperimento” Programmatore Cobol non aveva avuto successo ma non si era spento in me il desiderio di imparare. Mi restano il diplomino e gli esercizi svolti che dopo tanti anni sono diventati quasi incomprensibili. Voglio imparare anche ora ma è tutto più difficile perché, invecchiando, il cervello apprende con più fatica e poi sono consapevole di tutti i miei limiti in certi campi (forse in molti campi!).

La prossima volta che userò Word, voglio parlare con me stessa e con chi è curioso, di come si potrebbe risolvere il “PROBLEMA PENSIONI” Attenzione!!! Non ho detto il “PROBLEMA EBRAICO” di triste e tragica memoria!! Ho detto il “PROBLEMA PENSIONI”!! Ho in mente un paio di soluzioni molto diverse fra di loro. Anzi, direi proprio agli antipodi!.


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